giovedì 30 luglio 2009

Calidonio 2008, Taburno Piedirosso D.O.C., Ocone

Tra le nominations campane per la Guida Vini Buoni d'Italia 2010, anche il Calidonio 2008 di cui ho già parlato qui, sul sito di Luciano Pignataro.
Un ulteriore riconoscimento per l'eccellente "Taburno Piedirosso D.O.C." di Ocone.
Tra gli altri vini finalisti per la Campania, Folius 2007 di Cantina del Taburno e Piedirosso 2008 di Mustilli (qui l'elenco completo).

martedì 28 luglio 2009

Marine 2007, Colli Tortonesi Favorita DOC, Vigne Marina Coppi

Non nego di aver sempre considerato il Piemonte come la “regione dei grandi rossi e basta”; ma mi sbagliavo… Ho apprezzato di recente il “timorasso” dei Colli Tortonesi (leggi qui e qui) e l’uva “erbaluce” del novarese (leggi qui); mi muoverò presto alla scoperta della “nascetta”, come mi ha suggerito Roberto Giuliani. E non ultima la “favorita” (no, non sto parlando dei miei gusti personali...): altro vitigno autoctono del Piemonte a bacca bianca, oggi coltivato principalmente nel Roero e nella valle del Belbo (dove è conosciuto anche come “furmentìn”, indizio di probabili affinità con il “vermentino”) oltre che in alcune zone dell’astigiano e dell’alessandrino. Il curioso nome deriverebbe dal “favore” di cui godeva in passato rispetto ad altre uve; secondo la leggenda, invece, si chiamerebbe così perché era l’uva “favorita” del Re Vittorio Emanuele II. Il mio primo assaggio di “favorita” risale allo scorso mese di giugno: LANGHE FAVORITA DOC 2008 della Cantina Oriolo (vai al sito), un vino fresco e di ottima beva, con un finale leggermente amarognolo. Prima di allora, non sapevo nemmeno dell’esistenza di un’uva “favorita”; figuratevi se avrei mai immaginato che qualche viticoltore ne producesse una coraggiosa versione da vendemmia tardiva… Detto fatto. Fondata nel 2003, l’azienda Vigne Marina Coppi ha sede a Castellania, nella valle Ossona, in un “territorio che non è più Piemonte e non è ancora Liguria”. La produzione complessiva si attesta intorno alle 15000 bottiglie, ottenute da uve provenienti esclusivamente dai vigneti di proprietà che si estendono per circa 3,5 ettari. Il clima è continentale con forti escursioni termiche giornaliere e stagionali, caratterizzato dalla più bassa piovosità del Piemonte. I terreni si caratterizzano per la stessa composizione di quelli delle più famose Barolo e La Morra (c.d. “marne di Sant’Agata”: 30% sabbia, 55% argilla, 15% calcare). Ho scoperto solo consultando il bel sito internet dell’azienda che Marina Coppi è la figlia primogenita del compianto ciclista Fausto; e che il vino “Marine” è dedicato alla due Marina della famiglia: Marina Coppi (la nonna) e la nipote Marina Bellocchio (figlia di Francesco, attuale responsabile della produzione), nata alla vigilia della prima vendemmia di “favorita” dell’anno 2006. Le uve – provenienti dal vigneto “Gabetto” (a pochi passi da Castellania) e da una vecchia vigna in località “Madonnina” (vicino a Carezzano) – sono raccolte a mano in stato di leggera surmaturazione e sottoposte a pressatura soffice. Dopo la “sfecciatura” del mosto a freddo, la fermentazione avviene a temperatura controllata (15°C); poi, il vino sosta per circa 6 mesi sulle fecce nobili in vasche di acciaio con batonnage manuale. L’imbottigliamento avviene ad aprile e la commercializzazione non prima di un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 3 mesi. Il colore è giallo paglierino intenso, brillante. Nel bicchiere ruota a fatica, denotando una notevole consistenza. Al naso si presenta con profumazioni intense, eleganti e di una certa complessità. Si distinguono sentori fruttati, floreali ed erbacei: pesca, agrumi, biancospino e salvia. Si percepisce una forte componente minerale. In bocca è pieno. Il sorso è secco, caldo e morbido. Grande equilibrio tra freschezza e alcool, buona sapidità. Lunga persistenza agrumata con vivaci ritorni all’erbaceo. Un vino strutturato, armonico e con buone potenzialità di invecchiamento nel medio termine. Può ben accompagnare crostacei e formaggi caprini; noi l’abbiamo sorseggiato degustando un bel piatto di Salame nobile del Giarolo e fiori di zucchine fritti, grazie a Maria Grazia Novelli, appassionata ristoratrice de “Il Voltone” in quel di Tortona, che ce l’ha fatto scoprire…

lunedì 27 luglio 2009

L'affaire Cirò

Rilancio integralmente il comunicato stampa pubblicato nei giorni scorsi sul blog "In difesa dell'identità del vino Cirò" e l'appello rivolto "al Consorzio di Tutela perché fermi tutte le procedure in corso per le modifiche al disciplinare e apra un dialogo con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare ad una soluzione condivisa".
Le forze locali che hanno recentemente preso le difese del Cirò (quello ottenuto da uve gaglioppo in purezza o in uvaggio esclusivamente con varietà autoctone calabresi) denunciano la "frequente vinificazione di uve prodotte da vitigni diversi dal gaglioppo e dal greco bianco", interpretando la proposta del Consorzio di allargamento della base ampelografica come una "sanatoria di evidenti situazioni di illegalità" ed esortandolo, quindi, "a farsi carico dei suoi compiti istituzionali di tutela del vino Cirò DOC e del rispetto della legalità" e - nel caso - ad "attivare attraverso gli organi preposti le procedure per il declassamento dei vigneti o per imporre un reinnesto sui vigneti illegali".
Nella foto - tratta dal blog http://difesaciro.blogspot.com/ - l'acrolito di Apollo Aleo (clicca sull'immagine per ulteriori informazioni)

domenica 26 luglio 2009

Galà del gusto

Domani 27 e martedì 28 luglio, a partire dalle 17.00, nell'incantevole scenario del Lago Maggiore a Cannobio (VB), il rituale appuntamento con il "Galà del Gusto".
In scena il gusto delle tradizioni e dei prodotti enogastronomici di alto livello.
Ingresso: €25 per una serata, € 45 per due serate.
Informazioni ed elenco delle aziende espositrici: http://www.galadelgusto.com

sabato 25 luglio 2009

Il Taurasi secondo Antonio Caggiano

Il racconto di una piacevolissima giornata in visita alle Cantine Antonio Caggiano di Taurasi (AV).
Il ritratto di Antonio tra storia, vino, viaggi e fotografia...
Ne ho già parlato qui grazie alla disponibilità di Luciano Pignataro, che ringrazio ancora.
Sulla pagina pubblica facebook, le altre splendide fotografie della giornata scattate dal mio amico Domenico.
nella foto (scattata da Domenico Minicozzi) Antonio Caggiano ed io; in mezzo, tra le sue mani, la bottiglia di Taurasi "Vigna Macchia dei Goti 1994" con la dedica del prof. Luigi Moio

venerdì 24 luglio 2009

Rosato Monferrato: fresco, fruttato, floreale

Venti vini rosati per brindare all’estate in Monferrato.
Si terrà domenica 26 e lunedì 27 luglio a Moncucco Torinese (AT) presso la Bottega del Vino – Trattoria del Freisa, la prima edizione di "Rosato Monferrato".
Il programma prevede per la giornata di domenica 26 luglio un banco d’assaggio (dalle ore 17.00 alle ore 19.30): calice e taschina portacalice per i visitatori (€ 5). Dalle 19.30 fino alle 21.30: “buffet aperitivo in rosa” con le ricette gastronomiche monferrine estive: verdure cucinate in più varianti, salumi, insalata di Gallina Bionda di Villanova, acquadelle, formaggi, dolci di pasticceria secca e macedonie di frutta (€ 15).
Giornata riservata agli operatori e alla stampa quella di lunedì 27 luglio. A partire dalle ore 19.00, Mauro Carosso (delegato Ais di Torino) e Mario Redoglia (delegato Onav di Asti) condurranno una degustazione tecnica.
Durante la manifestazione, sarà presentato il gelato rosato realizzato con i vini rosati del Monferrato.
Indispensabile la prenotazione.
Informazioni stampa:
Cinzia Montagna
Informazioni organizzative:
Bottega del Vino di Moncucco
cell. 348/0805943
(foto http://www.aislombardia.it/articolo.php?id=726)

giovedì 23 luglio 2009

Piedirosso 2005, Beneventano I.G.T., Cantina del Taburno

Un piedirosso un po' fuori dagli schemi, di cui ho già parlato nei giorni scorsi sul sito di Luciano Pignataro (vai all'articolo) che ringrazio per l'ospitalità.
Un vino oltremodo diverso dalle interpretazioni del "per è palummo" flegreo o del piedirosso sannita; ma che è pur sempre segno di una crescente attenzione per questo vitigno, per troppo tempo nel dimenticatoio e svalorizzato rispetto alle sue reali potenzialità.

mercoledì 22 luglio 2009

La grande notte del rosato

Il meglio del Regno delle Due Sicilie questa sera 22 luglio, dalle ore 20.00, alla Fabbrica dei Sapori di Battipaglia (SA).
Alla seconda edizione della manifestazione - ideata da Luciano Pignataro e patrocinata dalla delegazione regionale Ais Campania e dalla Condotta Slow Food "Neretum" - parteciperanno ben 50 aziende del Sud Italia, 15 donne chef protagoniste della gastronomia meridionale e 10 enologi.
Protagonista assoluta la biodiversità visto il grande numero di vini da uve autoctone (montepulciano, negroamaro, aglianico, nero di Troia, primitivo, piedirosso).
Alla serata parteciperanno numerosi operatori ed esperti del settore; e Maristella Di Martino, che presenterà il suo libro “Le ricette della Costa d’Amalfi” edito da "Il Raggio di Luna".
Dalle ore 21.00, un banco di assaggio (ingresso libero) di tutti i vini dei diversi areali: Salento, Daunia, Irpinia Cilento, Calabria, Campi Flegrei, Vesuvio, Sannio, Lucania.

lunedì 20 luglio 2009

La Campania in quel di Milano con "Stralci di vite"

Non ho mai nascosto la smisurata passione per i vini e i prodotti tipici della mia regione; né – allo stesso modo - il rammarico per la scarsa inclinazione alla comunicazione di certi produttori campani che vanifica puntualmente gli sforzi profusi nella ricerca della qualità. E così, da questa convinzione di fondo, è nata – un po’ per caso e un po’ per passione - l’idea di una serata dedicata ai vini e ai prodotti tipici della Campania, svoltasi lo scorso 16 giugno presso l’enoteca “Il Cinghiale Rosso” di Milano, grazie alla disponibilità del Patron - Claudio Gelmini - che approfitto per ringraziare nuovamente.
Quindici gli appassionati presenti che si sono lasciati guidare (io c’ho provato…) nell’approccio a due dei vitigni autoctoni più importanti della Campania: l’aglianico e la falanghina. Con l’obiettivo (direi raggiunto!) di cogliere i diversi terroirs dei vini in degustazione. Questo, infatti, il criterio di scelta dei vini in degustazione: tutti vini “base” prodotti da uve in purezza, ad eccezione dello spumante “charmat lungo” versato all’aperitivo di benvenuto e del passito degustato in chiusura di serata, entrambi da uve falanghina. Qualche parole (avete ragione: tolgo il "qualche"…) per presentare le due aziende prescelte in rappresentanza di due aree della Campania, tanto vicine quanto diverse: l’azienda agricola biologica Lorenzo Nifo Sarrapochiello per il Sannio beneventano e l’azienda vinicola Sorrentino per i Campi Flegrei.
Poi, spazio alla degustazione, di cui mi piace riportare soltanto qualche impressione: SPUMANTE DORÈ, AZ. VIN. SORRENTINO Giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, cristallino, non granché il perlage. Abbastanza intenso e nemmeno troppo complesso, discretamente elegante con profumi fruttati. Al palato, secco e poco caldo, abbastanza intenso ed elegante, coerente, di ottima freschezza e sapidità; non una grandissima persistenza. Nel complesso, abbastanza equilibrato ed armonico: un vino da prendere per quello che è. FALANGHINA 2008, POMPEIANO I.G.T., AZ. VIN. SORRENTINO Colore giallo paglierino scarico, cristallino ed abbastanza consistente. Intenso, abbastanza complesso ed elegante, profumi fruttati e floreali. Il sorso è abbastanza intenso, poco caldo; tutto sommato abbastanza elegante, fresco e sapido. Scompare abbastanza velocemente in bocca. FALANGHINA 2008, SANNIO D.O.C., AZ. AGR. BIOL. NIFO SARRAPOCHIELLO Giallo paglierino intenso, cristallino, consistente. Intenso, abbastanza complesso, elegante. Profumi caldi di frutta più matura rispetto alla falanghina precedente e delicati sentori di spezie dolci. Secco, caldo e abbastanza morbido; fresco e sapido. Il sorso è intenso, elegante, in perfetta sintonia con le sensazioni nasali. Lunga persistenza di frutta. Elegante. AGLIANICO 2005, TABURNO D.O.C., AZ. AGR. BIOL. NIFO SARRAPOCHIELLO Rosso rubino, limpido e consistente. Abbastanza intenso, abbastanza complesso, fine. Si avvicendano profumi fruttati, floreali e speziati. In bocca è caldo e secco, di buona morbidezza. Ancora fresco e sicuramente sapido, tannico. Lunga persistenza finale che richiama le note olfattive. Elegante e abbastanza armonico. DON PAOLO 2006, POMPEIANO I.G.T., AZ. VIN. SORRENTINO Analisi visiva perfettamente corrispondente all’aglianico di Nifo. Intenso, complesso, abbastanza fine. Profumi di frutta rossa, fiori e spezie un po’ più forti rispetto all’altro. Sorso caldo e secco, meno morbido. Fresco, sapido e tannico. La persistenza finale è lunga e giocata su sfumature di frutta e spezie. SARRIANO 2005, BENEVENTANO I.G.T., AZ. AGR. BIOL. NIFO SARRAPOCHIELLO Da uve appassite su stuoie di falanghina. Giallo dorato, cristallino e consistente. Buona intensità, decisamente complesso ed elegante. Soprattutto odori di frutta matura e miele. Abboccato ma non stucchevole, caldo, vellutato. Fresco e sapido. Persistenza di frutta matura. Equilibrato ed elegante. Nel mezzo tra i bianchi e i rossi, la degustazione di alcuni prodotti tipici del territorio: mozzarella di bufala campana DOP (normale e affumicata), provolone del monaco DOP, salsiccia di Mugnano del Cardinale IGP e salame dolce di Napoli. Prima dei saluti un fuori-programma: l’assaggio di ALENTA 2006 (ne ho parlato qui), una falanghina da vendemmia tardiva dell’azienda agricola biologica Nifo Sarrapochiello (recentemente premiata – insieme alla riserva di aglianico D’ERASMO - come uno dei dieci migliori vini campani da agricoltura biologica - leggi qui). In chiusura, il gradito omaggio dell’amico Paolo che mi piace condividere con voi.

Tutte le altre foto sulla pagina Facebook. Grazie a tutti, a presto su "Stralci di vite"!

sabato 18 luglio 2009

Brunellopoli: atto finale

La notizia del giorno è la chiusura della fase delle indagini preliminari di "Brunellopoli", lo scandalo sui presunti "taroccamenti" del vino italiano più famoso al mondo.
Il caso "Brunellopoli" era partito da alcune indiscrezioni - riportate sul suo blog da Franco Ziliani (vai) - relative alla presunta commercializzazione di diverse bottiglie di brunello non ottenute da sangiovese in purezza come, invece, è previsto dal disciplinare di produzione; rumors a seguito dei quali, lo stesso Ziliani aveva invitato - non senza polemiche - i produttori di brunello a "giurare" di vinificare soltanto sangiovese in purezza.
Oggi, a distanza di circa un anno, le richieste di rinvio a giudizio per frode in commercio e falso in atto pubblico avanzate dalla Procura a carico di diciassette persone, tra cui figurerebbero -oltre ai rappresentanti di alcune note aziende del'ilcinese - anche il Direttore del Consorzio di Tutela e due ispettori del Comitato di certificazione, stando all'articolo apparso oggi su Il sole 24 ore (vai).
Questo il comunicato ufficiale della Guardia di Finanza (vai).

martedì 14 luglio 2009

Ludum 2006, Lazio IGT, azienda agricola biologica Marco Carpineti

Un gran bel passito da uve "arciprete bianco", scoperto - anche questo come il "Lucino" (di cui ho parlato qui) - a "L'orchestra degli autoctoni" dell'Enoteca Vintage di Giuseppe Sonzogni a Cesano Maderno (vai al sito).
Soltanto 2000 le bottiglie prodotte dall'azienda agricola biologica Marco Carpineti, una delle più interessanti realtà del Lazio: ne ho già parlato sul sito di Luciano Pignataro (vai all'articolo), che ringrazio ancora per l'ospitalità.

domenica 12 luglio 2009

Le bollicine dell'Azienda Barone Pizzini

Dopo il successo dell'incontro sul timorasso (leggi l'articolo), l'ONAV di Milano organizza per domani 13 luglio, alle ore 21.00, nella sala E. Cernuschi della sede di via Termopili nr. 12, una serata con le bollicine dell'azienda Barone Pizzini (vai al sito).
Il contributo di partecipazione è fissato in € 10 per i soci, € 20 per i non soci (max 90 posti). Bicchieri in sala per i non soci.
Prenotazioni alla mail milano@onav.it.

sabato 11 luglio 2009

Avanti tutta, timorasso!

Mi avevano parlato di Walter Massa come una persona sui generis e, quindi, ero tutto sommato "preparato"; forse non altrettanto alcuni tra i sessanta eno-appassionati accorsi lo scorso 23 giugno presso la sede ONAV di Milano per la serata di approfondimento dedicata al "timorasso". Lui, il pioniere, Walter Massa - visibilmente orgoglioso - dà inizio alla serata ricordando gli anni ’90 nemmeno troppo lontani quando era il solo a credere nelle potenzialità del "timorasso"; i primi passi mossi in condivisione con Dino Mutti, “senza competizioni, senza scorciatoie”. Tutto era cominciato così: “con due punti si fa una linea”.
Nel 1997, la superficie vitata a "timuassa" non raggiungeva nemmeno l'ettaro; oggi si contano circa 50 ettari (contro i 98 ettari di nebbiolo a Gattinara) e almeno una dozzina di aziende che hanno lavorato e lavorano in sinergia per assegnare al grande bianco piemontese “se non la stella michelin almeno la dignità di ristoratore”.
Al tavolo, insieme a Walter Massa (nella foto a fianco), siedono alcuni dei suoi compagni di viaggio: Stefano Daffonchio (nella foto sopra, all'estrema destra) dell’Azienda Agricola Terralba, Luigi Boveri (nella foto sopra, il penultimo a sinistra) dell’omonima azienda e Nicola Nebbia (nella foto sopra, il secondo da destra) in rappresentanza dell’azienda agricola La Colombera. Tra i vini in degustazione, anche quelli di Claudio Mariotto.
Cinque aziende: altrettante scelte umane, enologiche, viticole, di territorio, di mercato e di comunicazione”; ma anche diversi microclimi e leggere differenze di composizione dei terreni.
Un “politico” del vino (non un “politicante”): così ama definirsi Walter Massa. Ed è lui stesso a suggerire il paragone (azzardato?!?) con Camillo Benso Conte di Cavour e Bettino Ricasoli (leggi Barolo e Chianti).
Il timorasso non ha sinonimi nè omonimi, è una bestia rara, antipatica; è molto produttivo ma non costante”: risponde così, Walter, all'invito a delineare le caratteristiche del vitigno.
Poi, la spiegazione del perchè del nome “Derthona”: "Iulia Derthona era il nome romano di Tortona; oggi è anche il nome di un tipo di sugo per agnolotti. Bisognava difendere il vino chiamandolo con il nome del territorio; così abbiamo scelto Derthona per identificare il timorasso di Tortona. Se vogliono farlo anche in Oltrepo’, ben venga”! (Prima del disastro fillosserico, il "timuassa" era allevato anche nell’Oltrepo’ Pavese). Nessuna registrazione del marchio ma una semplice equazione DERTHONA:TIMORASSO = BARBARESCO:NEBBIOLO. Sempre in questa direzione, la scelta di elaborare un vino base ed un cru; "per difendere il prodotto e rispettare il consumatore, non per vendere di più: è semplicemente una questione di etica del prodotto”. Il sistema di vinificazione è per larga parte quello classico per i bianchi e “condiviso da tutti i presenti e da almeno altre 6-7 aziende”: leggera macerazione a freddo, pulizia del mosto sempre a freddo, chiarificazione, filtrazione, fermentazione del mosto fiore a temperatura controllata - e, comunque, non particolarmente bassa (“non sono certo i profumi fermentativi la forza di questo vitigno”) - in vasca neutra di acciaio inossidabile (“fino al 1993 si usava la vasca in cemento”), batonnage delle fecce nobili, uso di aminoacidi e sostanze acetate, di anidride solforosa ma non come anti-batterico bensì solo come anti-ossidativo in bottiglia. Assolutamente no al legno: “non ci piacciono i barbera che ha fatto la guerra”. Invecchiamento minimo di un anno fino al 1 dicembre dell’anno successivo alla vendemmia (da poco tempo fino al 1 settembre...); resa di 80 qt/ha e 40-50 hl di vino.
La forza del vitigno sono i “norisoprenoidi”, precursori aromatici che si formano in maniera più cospicua che in altre uve e che conferiscono - insieme al tipo di terreno - il particolare sentore minerale e di pietra focaia.
Quindi, prima della degustazione dei vini (rigorasamente alla cieca), un breve ritratto dei vigneron dei Colli Tortonesi: "Noi abbiamo il 2009 in vigna, il 2008 in bottiglia, il 2007 nel bicchiere e del 2006 ancora non prendiamo i soldi".
I "DERTHONA" 2007 CAMPIONE NR. 1 - LUIGI BOVERI (vai al sito) Il colore è giallo paglierino scarico con riflessi verdolini, consistente. Impatto olfattivo non troppo intenso che si esprime su note di frutta a media maturazione (mela e ananas) e minerali; profumi eleganti. In bocca è caldo, abbastanza morbido; di ottima freschezza e sapidità. Di buon corpo, gradevole, lunga persistenza di note minerali. CAMPIONE NR. 2 – AZIENDA AGRICOLA TERRALBA (vai al sito) Colore giallo paglierino (più intenso del primo campione). Al naso è intenso: spiccano note fruttate di banana, floreali e minerali, profumi più caldi rispetto al primo campione se non fosse per una fastidiosa pungenza eterea, specie iniziale; nel complesso, profumazioni meno raffinate del campione precedente. In bocca è molto caldo. Discreta persistenza minerale e di erbe, intenso, abbastanza morbido, naturalmente fresco e sapido.
CAMPIONE NR. 3 – LA COLOMBERA (vai al sito) Giallo paglierino, intermedio rispetto ai due campioni precedenti. Notevole consistenza. Impatto olfattivo non molto intenso, odori fini e leggermente più citrini rispetto ai due precedenti, ma di grande eleganza. Emergono soprattutto profumazioni fruttate di agrumi e di banana, floreali, note minerali ed erbacee, di fieno. In bocca è molto coerente, intenso, lunga persistenza finale di banana e melone bianco. Ben più morbido e rotondo, fresco, sapido. Armonico.

CAMPIONE NR. 4 – VIGNETI WALTER MASSA Colore giallo paglierino di media intensità, ottima consistenza. Al naso è abbastanza intenso e molto fine; poco meno ampio il bouquet olfattivo rispetto al precedente campione: va dal fruttato al floreale, dall’erbaceo al minerale. In bocca, è caldo e intenso; lunga persistenza giocata su sensazioni citrine e minerali, con chiare note balsamiche e fruttate (pesca). CAMPIONE NR. 5 – CLAUDIO MARIOTTO (vai al sito) Bel colore giallo paglierino, bella tonalità, brillante. Profumazioni molto calde di frutta a polpa carnosa, tropicale, abbastanza matura; note floreali, balsamiche e di pietra focaia - già fin d’ora; molto complesso. Al palato è intenso, fine, molto rispondente alle sensazioni olfattive. Si percepisce un'infinita persistenza minerale; grande morbidezza e intensità. Dei cinque precedenti, è forse il campione migliore. Di grande armonia. I "CRU" 2006
CAMPIONE NR. 6 – FILARI DI TIMORASSO, LUIGI BOVERI Colore giallo paglierino scarico. Profumo molto fine e intenso: mela, pesca bianca, sensazioni citrine. Il primo impatto è intessuto perlopiù su sensazioni di mineralità. Poi, dopo l'ossigenazione vengono fuori note di conifere.
In bocca è abbastanza intenso, persistente: aromi minerali, fruttati ed erbacei. Sensazioni gustative di ricchezza e morbidezza, con una persistenza finale sull'ammandorlato. CAMPIONE NR. 7 – IL MONTINO, LA COLOMBERA Colore più intenso del precedente, naso più citrino ma meno piacevole.
Al naso si caratterizza per l'immediatezza delle note fruttate, ben percettibili anche dopo la rotazione nel bicchiere. Sicuramente più frutta che mineralità: profumazioni di agrumi, fiori, idrocarburi.
In bocca è caldo, denota maggiore freschezza rispetto al precedente vino ma anche una nota più dolciastra; nel complesso, meno morbido. Di grande struttura. CAMPIONE NR. 8 – STERPI 2006, VIGNETI WALTER MASSA Colore giallo paglierino intenso con lievi nuances dorate.
Naso più elegante ed intenso, quasi da vendemmia tardiva tanto sono predominanti le profumazionie di frutta sovramatura. Aromatico, avvolgente; con l'ossigenazione arrivano note di idrocarburi, cherosene.
In bocca è molto intenso, maggiore mineralità nella lunga persistenza finale.
CAMPIONE NR. 9 – PITASSO 2006, CLAUDIO MARIOTTO Poco menso intenso come colore, rispetto al precedente.
Al naso è molto fine; si alternano note floreali, minerali, erbacee. Meno percezioni di frutta, allo stesso modo che in bocca. Grande acidità e balsamicità. Persistenza finale di frutta (cedro) e aromi minerali. CAMPIONE NR. 10 – STATO 2003, AZIENDA AGRICOLA TERRALBA Bel colore giallo dorato, cristallino.
Il naso si esprime su sensazioni di frutta, fiori, balsamicità, curry, idrocarburi.
In bocca è secco, caldo, morbido, davvero rotondo. Grande persistenza aromatica con sensazioni di tostatura e mineralità.
La degustazione conferma in pieno le attese: il 2007 ha una marcia in più rispetto al millesimo 2006. Anche se i campioni di quest'ultima annata risentono della flessione tipica del "timorasso" che tra il secondo e il terzo anno dalla vendemmia attraversa un periodo di "flessione". Da tenere in cantina.
Tra i Derthona 2007, menzione d'onore - nell'ordine - per Claudio Mariotto, Walter Massa e La Colombera (quest'ultimo da preferire per rapporto qualità-prezzo); tra i millesimi 2006, diploma di merito per Walter Massa, Claudio Mariotto e La Colombera. Ottima prestazione di Terralba per il 2003: già pronto ma non è affatto strano pensare che possa ancora migliorare nell'arco di due-tre anni.
Per finire, gli abbinamenti gastronomici "di territorio" suggeriti dalla ristoratrice Mariagrazia Novelli (Ristorante Il Voltone): formaggio montébore (a forma di torta nuziale, 75% latte vaccino e 25% latte ovino; fresco, semi-stagionato o stagionato fino anche a 4 mesi ), verdure e carni bianche.

La "Grande Degustazione dei Saldi" all'Enoteca Vintage


Oggi 11 luglio, dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30, "GRANDE DEGUSTAZIONE DEI SALDI" all'Enoteca Vintage di Cesano Maderno (MI).
Giuseppe Sonzogni propone la degustazione di tutti prodotti in saldo fino al prossimo venerdì 31 luglio. Enoteca Vintage
via Milano 26
20031 Cesano Maderno tel. 0362.528485
cell. 333.1041211 info@enotecavintage.it

venerdì 10 luglio 2009

Cambio al vertice per il Consorzio di Tutela Vini della Valtellina


Mamete Prevostini, titolare dell’omonima casa vinicola di Mese, succede a Casimiro Maule alla presidenza del Consorzio Tutela Vini Valtellina, l'unico - ad oggi - che possa contare su ben due D.O.C.G. coincidenti per territorio e vitigno (Valtellina Superiore e Sforzato di Valtellina).
Queste le parole di Prevostini: «Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato. Ci aspetta un triennio di duro lavoro che io e il nuovo consiglio affronteremo con grande entusiasmo, facendo tesoro di quanto già fatto per proseguire con successo nella promozione e valorizzazione dei vini a denominazione di origine Valtellina. Le linee principali che ispireranno questo mandato saranno il dialogo con tutti gli attori della filiera vitivinicola e la tutela dei nostri terrazzamenti vitati».
Il suo mandato avrà durata di tre anni; sarà affiancato da due vicepresidenti, Aldo Rainoldi in rappresentanza della categoria trasformatori ed Emanuele Pelizzatti Perego in rappresentanza della categoria viticoltori. Del collegio di giunta, invece, faranno parte - oltre a Presidente e Vice-Presidenti - Pietro Bettini e Andrea Zanolari.

giovedì 9 luglio 2009

I sovversivi del gusto


Save the date! Così ha detto Franco Ziliani sul suo blog! C'è da crederci...
I "Sovversivi del Gusto" - associazione di piccoli artigiani indipendenti, produttori di vino, olio, salumi, formaggi, birre, farine, pasta, riso, e altre prelibatezze - si ritrovano domenica 12 luglio presso la bella Tenuta dei fratelli Trevisani, a Gavardo (BS).
Il libro omonimo - testi e foto di Michele Marziani e Marzo Salzotto, note di degustazione dei vini a cura di Franco Ziliani - racconta proprio del "mondo dell’enogastronomia che resiste, agricoltori, olivicoltori, norcini, casari, affinatori, produttori di vini, di birre e di cibi eccellenti, ristoratori e osterie di tradizione e territorio accomunati dalla convinzione che possano sopravvivere prodotti buoni, eccellenti, tradizionali e autentici anche all’interno del mercato globale"; sarà presentato il prossimo 30 luglio in occasione della rassegna Scorticata a Torriana, sulle colline di Rimini, presso il Ristorante Povero Diavolo.

mercoledì 8 luglio 2009

Lucino 2007, Colline Novaresi bianco DOC, Antico Borgo dei Cavalli


Nonostante le origini incerte del nome, il vitigno erbaluce è concordemente ritenuto un vitigno autoctono nord-piemontese, oggi presente nel Canavese, nella zona di Caluso (celebre per la versione passita) e nel novarese, dove è anche conosciuto con il nome di greco, testimonianza di una probabile affinità con il greco di tufo.
L’azienda si trova a Cavallirio, nella fascia montuosa delle Prealpi, a circa 370 metri di altitudine e 34 km a nord di Novara. È chiaro nel nome (non credo sia un caso, chiederò a Silvia Barbaglia, impegnata nell'azienda vinicola di famiglia insieme al papà Sergio) il riferimento a quello originario dell’attuale cittadina, secondo alcuni derivazione dal latino tardo-medievale "­caballi-rivus", ovvero “rio dei cavalli”. Di analoga ambientazione storica il nome dello spumante metodo classico di erbaluce appena commercializzato (che spero di poter assaggiare presto…): “Curticella Caballi Regis”, così sarebbero state chiamate le terre di Cavallirio, donate nel 1025 alla Chiesa Novarese dall'imperatore Corrado il Salulico.
Prodotto in circa 2600 bottiglie per l’annata 2007 (l’azienda produce complessivamente circa 20000 bottiglie), il “Lucino” è ottenuto a partire da uve di erbaluce in purezza provenienti dai vigneti di proprietà, vendemmiate a fine settembre e vinificate in acciaio.
Il colore è un giallo paglierino scarico con decisi riflessi verdolini; ha un’ottima consistenza in bicchiere.
Al naso si presenta intenso con un bel bouquet di profumi: pesca bianca, agrumi, fiori d’arancio, erba di campo e mentuccia. Profumazioni piacevolmente citrine e minerali.
In bocca è caldo, abboccato, non conosco il residuo zuccherino (altra cosa da chiedere a Silvia, che ho conosciuto personalmente a “L’orchestra degli autoctoni” organizzata dal bravo Giuseppe Sonzogni), di buona morbidezza e sapido. La sua dote migliore è certamente la gradevole freschezza. Una lunga persistenza finale giocata su percezioni fruttate ed erbacee, di agrumi, sedano e miele d’acacia; con spiccate sensazioni di mineralità conferite dal terreno (mi sono informato, è prevalentemente di tipo morenico) e un accenno finale sull’amarognolo.
Un vino armonico e decisamente equilibrato, per di più con un buon rapporto qualità/prezzo (sul sito internet aziendale c’è anche la vendita on-line), che ho abbinato con grande soddisfazione a un’insalata estiva di pomodori, cetrioli, sedano e olive nere, condita con olio extravergine d’oliva. Ottimo accompagnamento per formaggi magri e carni bianche.

martedì 7 luglio 2009

Degustazioni per la mente

Un grazie a Ettore Galasso per la "soffiata"...

lunedì 6 luglio 2009

Alenta 2006, Azienda Agricola Biologica Nifo Sarrapochiello

Un bianco non comune, una sorprendente e coraggiosa interpretazione di "falanghina vendemmia tardiva" a cui lega la sua fama l'azienda agricola di Lorenzo Nifo Sarrapochiello (vai al sito).
Ne ho già parlato sul sito di Luciano Pignataro (vai all'articolo), che ringrazio.
Prodotta per la prima volta nel 2004, la falanghina "Alenta" non è stata prodotta nel 2007, annata ritenuta non all'altezza per tale tipologia.

venerdì 3 luglio 2009

In difesa dell'identità del vino Cirò: la posizione del Consorzio di Tutela


Nella lettera inviata al giornalista Luciano Pignataro (vai), Gaetano Cianciariuso - Presidente del Consorzio di Tutela del vino Cirò - ha chiarito le motivazioni alla base delle proposte di modifica del disciplinare di cui tanto si è parlato negli ultimi tempi.
Al riguardo, non può che trovare piena condivisione la proposta di abbassare le rese di uva per ettaro (peraltro non specificate) e quella di prevedere l'obbligo dell'imbottigliamento nella zona di produzione del Cirò DOC; entrambe, a mio parere, assolutamente in linea con l'intento dichiarato di "difendere la territorialità, migliorare la qualità, tutelare il consumatore e rafforzare l’immagine del vino più famoso di Calabria, patrimonio dell’intera comunità".
Non altrettanto, però, la proposta di innalzamento della percentuale massima di altri vitigni autorizzati e/o raccomandati per la regione Calabria dal 5% al 20% e - soprattutto - quella di estendere la base ampelografica per i vini Cirò tanto da includere - tra gli altri - anche vitigni internazionali come merlot e cabernet.
E' vero (come ricorda il Presidente) che l'attuale disciplinare prevede l'utilizzo di uve gaglioppo per il 95% ma anche di trebbiano toscano e greco bianco in percentuale massima del 5%. Appunto! Il 5%, non il 20%! Non è forse anche per questo che la maggior parte dei produttori è orientata attualmente ad utilizzare soltanto uve gaglioppo in purezza?! Numeri a parte, probabimente l'incidenza di una simile percentuale di trebbiano toscano e di greco è stata ritenuta ininfluente sulla caratterizzazione del prodotto finale; ma, forse, potrebbe non essere lo stesso prevedendo una percentuale maggiore... Non credete?!?
Detto che non condividerei comunque l'impiego di vitigni internazionali, perchè non lasciare immutate le percentuali e limitarsi ad estendere la base ampelografica?!

mercoledì 1 luglio 2009

I gioielli del Fortore


Nei giorni scorsi, Mauro Erro ha parlato del Moscato di Baselice "Zingarella" 2006 nella rubrica "Il villaggio delle Piccole Vigne" sul sito di Luciano Pignataro (vai). Un'annata - il 2006 - forse meno entusiasmante del precedente millesimo (di cui ha parlato qui lo stesso Luciano), ma - comunque - di pregevole fattura.
Siamo nel Fortore beneventano, terra montuosa al confine tra Campania e Puglia, regione - quest'ultima - di cui è forte l'influenza nella gastronomia e nella viticoltura (basti pensare all'altro passito dei fratelli Parisi il "Pozzillo Passito de lingua femm'na" di cui ho già parlato qui).
Ripenso proprio oggi - in differita - ad un abbinamento di territorio con le mitiche "cassatine" del Cavalier Innocenzo Borrillo (vai al sito). L'antico laboratorio - attivo dal 1891 e celebre per gli inimitabili croccantini Baci - si trova a San Marco dei Cavoti, a pochi chilometri di distanza in linea d'aria da Baselice.
Pur avendo la stessa base di preparazione (pasta di mandorle, pan di Spagna, ricotta e pezzi di cioccolato), le "cassatine di San Marco" si differenziano da quelle siciliane e napoletane per il tocco di creatività dei pasticcieri della zona: un cappello di verde glassa di zucchero e nessuna frutta candita.
Risultato?! Un dolce che si scioglie in bocca, ideale per godere di un vino morbido e seducente.
Chapeau!