Un piedirosso un po' fuori dagli schemi, di cui ho già parlato nei giorni scorsi sul sito di Luciano Pignataro (vai all'articolo) che ringrazio per l'ospitalità.
Un vino oltremodo diverso dalle interpretazioni del "per è palummo" flegreo o del piedirosso sannita; ma che è pur sempre segno di una crescente attenzione per questo vitigno, per troppo tempo nel dimenticatoio e svalorizzato rispetto alle sue reali potenzialità.
2 commenti:
Ottima notizia.
Non conosco, sensorialmente, nè l'uva nè il vino ergo...devo provarlo!
Ric.
Direi proprio di sì, ma non solo questo!
Dovresti provarne almeno un altro dei campi flegrei e un altro (tradizionale) del Sannio: così avresti un'idea dei vari terroirs...
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