mercoledì 12 gennaio 2011

Etichette da Write Wine: Terra di Rivolta 2007 Aglianico del Taburno Riserva, Fattoria La Rivolta

A non averne conosciuto la provenienza, avrei forse pensato a un rosso borgognone (con le dovute proporzioni, certainement); e ciò anche se ho sempre odiato i paragoni e le frasi del tipo l'aglianico è il Barolo del Sud o cose del genere. Probabilmente per quel suo essere scostumato (cit.) al naso che gli dona ulteriore fascino e imprevedibilità.

Un'eleganza che, però, non diventa mai piatta compostezza; ché, anzi, il vino - parlo della trama olfattiva e gustativa insieme - ha una certa dinamicità. Profuma di frutta rossa scura, sa di funghi e di terriccio, ha tratti di selvatico e animale. Di tartufo, ecco. Non fosse per quella leggera riduzione al naso, che pur scompare pian pianino con il rimanere nel calice, sarebbe ancor più interessante.

Terra di Rivolta 2007, la riserva di aglianico del taburno di Fattoria La Rivolta

Il problema è che gli andrebbe dato il tempo di aprirsi. Nel calice, dico. Il che è cosa sinceramente molto difficile perché il sorso secco è di quelli che incitano alla beva, riuscendo nell'impresa di unire la vigoria all'agilità, in un quadro generale di ottima coerenza gusto-olfattiva. Non perde mai piacevolezza, con il tannino  - acceso, sì - ben imbrigliato da sapidità e acidità, quest'ultime a dare ulteriore snellezza al palato.

Non dimostra affatto i 14 gradi e mezzo d'alcol, pur essendo un vino non altrimenti definibile se non come robusto; soprattutto nel finale che è ricco e appagante, giocato sui toni della frutta scura e del sottobosco, con un sottile velo di balsamicità. Un anno e mezzo di affinamento in barriques nuove e più o meno lo stesso tempo in bottiglia, prima della commercializzazione. Appena settemila bottiglie.

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