Comincio dai numeri. Quello del 2010 è stato il mio secondo Vinitaly, il primo da quando c'è [S]tralci di vite, dopo l'assenza forzata dello scorso anno.
Ho deciso in extremis (come al solito...), con tutti i problemi del caso quanto ad organizzazione. In fin dei conti mi è andata pure di lusso: ho beccato un bel bed & breakfast in zona stadio, a due passi dalla fiera e ad un prezzo più che ragionevole se si pensa che trovare una camera a Verona nella settimana della fiera, per di più agli sgoccioli, costa più o meno come un biglietto per la finale di Champions (esagero...).
Benché fossi fortemente tentato di dirottarmi verso altri lidi (leggi VinNatur e VinoVinoVino) alla fine ho scelto Vinitaly che, nonostante tutto, rimane l'evento da non perdere, che tu sia operatore, giornalista o semplice appassionato, anche per la sorprendente capacità di regalare assaggi autentici.
E' andata bene! Meglio, non fosse stato per le capricciose condizioni metereologiche all'esterno e all'interno dei padiglioni nei miei due giorni di fiera, domenica e lunedì (caldo, freddo, freddo e poi ancora caldo) che mi sono valse il ritorno a casa con una bella tosse e senza voce. E senza forze, naturalmente... Non credo riuscirei mai a reggere più di due giorni a Vinitaly: la fiera ti logora, faresti mille cose, proveresti di tutto, ma il tempo è tiranno.
Benché fossi fortemente tentato di dirottarmi verso altri lidi (leggi VinNatur e VinoVinoVino) alla fine ho scelto Vinitaly che, nonostante tutto, rimane l'evento da non perdere, che tu sia operatore, giornalista o semplice appassionato, anche per la sorprendente capacità di regalare assaggi autentici.
E' andata bene! Meglio, non fosse stato per le capricciose condizioni metereologiche all'esterno e all'interno dei padiglioni nei miei due giorni di fiera, domenica e lunedì (caldo, freddo, freddo e poi ancora caldo) che mi sono valse il ritorno a casa con una bella tosse e senza voce. E senza forze, naturalmente... Non credo riuscirei mai a reggere più di due giorni a Vinitaly: la fiera ti logora, faresti mille cose, proveresti di tutto, ma il tempo è tiranno.
Sono partito di buon mattino, domenica, con Giuseppe di Enoteca Vintage e sua sorella Valeria. Un paio d'ore di auto, una sosta in autogrill per fare colazione, giusto il tempo di assistere alla petit déjeuner di un anziano transalpino, cappuccino e panino con la mortazza (de gustibus!). Poi in fiera: poche bevute ma buone, tanti incontri.
Alle 11 in punto, puntuale, ero già davanti allo stand di Bele Casel per il momento-degu programmato con le Twit-Cantine, dove ho finalmente conosciuto di persona Paolo Carlo Ghislandi di Cascina I Carpini ed ho incontrato Emiliano Pellegrino di Terre Contese (nella foto di Paolo Carlo, insieme a me) oltre che Sara Artusa, uno delle amicizie virtuali nate e cresciute su Vinix, il social-network di Filippo Ronco a cui sono iscritto da un annetto.
A parte i vini di Cascina I Carpini (continuo a stimare - su tutti - il "Rugiada del Mattino", di cui parlerò presto, spero, oltre che il "Bruma d'Autunno", di cui ho già parlato qui), ho provato i vini di Terre Contese, giovanissima realtà in quel di Terra del Sole, provincia di Forlì. Mi piace molto il nome dell'azienda, chiaro riferimento al perenne contendersi di quelle terre al confine tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana di un tempo. Mi piace molto pure il logo, tre linee orizzontali e altrettante linee verticali a comporre una "T" che rappresenta il numero dei soci e, soprattutto, l'innovazione della scelta di un sistema d'allevamento - quello a "cavalcapoggio" - in controtendenza rispetto al "ritocchino" assai utilizzato nella zona. Mi piace anche che siano soltanto due le etichette prodotte. Un po' meno, sinceramente, che il prodotto "apripista " (a livello di impatto sul mercato) sia un uvaggio di alicante al 40% e di merlot e syrah (30% ognuno), il "Dogana 21" 2008, nervoso e un po' pungente al naso in apertura, con le note di frutta rossa ad affannarsi nel tentare di spuntarla sui decisi profumi erbacei e speziati, coerente al palato ma ancora ruvidino. Molto meglio il "Terre Contese" Sangiovese di Romagna Superiore 2008 che, a dispetto del medesimo grado alcolico (13.5%), mostra una maggiore potenza e si concede con ancor più eleganza, con un bel frutto e una piacevole speziatura perfettamente fuse, costante nel riproporsi al naso, lungo e rispondente in bocca.
Non ho potuto percorrere tutto l'itinerario di TweetYourWines@Vinitaly2010, la bella iniziativa delle cantine attive sul social-coso, alias Twitter (sia chiaro, l'espressione - bella, molto bella - non è mia...) ho fatto solo un salto a Santa Margherita, azienda che per la 44esima edizione del Vinitaly, ha pensato di regalare un accredito a 30 fortunati bloggers (tra cui me...). Non ho conosciuto di persona, purtroppo, Alberto Ugolini (a lui e all'azienda dovevo un ringraziamento) ma ho approfittato per bere il Pinot Grigio "Impronta del Fondatore" 2009, un bianco di ottima piacevolezza, snello e diretto sia al naso che in bocca, uno di quei vinini disarmanti nella loro immediatezza.
Ho poi seguito con molto interesse la presentazione del Simposio dei Lambruschi, neonata associazione di 8 produttori di lambrusco del modenese, dove ho rivisto Gian Matteo Vandelli di Cà Berti (che avevo già incrociato nello scorso febbraio a Levizzano Rangone per "Terre di Vite") e ho conosciuto de visu Gianpaolo di Podere il Saliceto, attivo anche lui su Vinix. Con successiva, interessantissima degustazione di cui vi darò conto a breve.
4 commenti:
Ciao Alessandro, speriamo di incontrarci presto con nuovi vini da assaggiare.ciao ed è stato un piacere conoscerti.Gian Paolo
Ciao Gian Paolo,
piacere mio!
A presto
Ciao Alessandro,
leggiamo solo ora il tuo percorso a Vinitaly e ti ringraziamo per essere stato a provare i Vini di Terre Contese, ci ha fatto molto piacere.
Ti aspettiamo per un nuovo assaggio della nuova annata 2009 che ormai è quasi pronta per la 'presentazione ufficiale'
Un Saluto da tutti e tre i 'Terre Contese':
Emanuele, Emiliano e Raffaele
Un saluto anche a voi!
A presto.
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