La boutique Ladurée sbarca a Milano. Io c'ho fatto un salto al primo giorno d'apertura per vedere che aria tirava... Ecco l'articolo con cui ho raccontato la mia visita sul sito di Luciano Pignataro.
Riusciranno i famosi macarons di Ladurée a conquistare a Milano? Se lo chiedono in molti.
La mia risposta? Azzardo… Sì, sì e sì.
Punto primo. I semplici macarons sono spaventosamente buoni: due morbidi gusci di pasta di mandorle dal sapore delicato che un certo Pierre Desfontaines, cugino di secondo grado del fondatore Louis Ernest Ladurée, ebbe la geniale idea di appiccicare uno sull’altro, uniti e divisi da una farcitura. Basilico e liquirizia, menta e vaniglia, pistacchio, rosa e violetta, ciliegia, cioccolato (quello che in assoluto ho preferito io), mimosa – che dite vado avanti? – in arrivo direttamente da Parigi, con un assortimento rigorosamente stagionale.
Punto secondo. La pasticceria, pardon, la boutique fondata nel 1862 a 16 rue Royale in Paris si trova in una posizione invidiabile: via Spadari, a due passi dal Duomo, da Palazzo Reale e dalla Pinacoteca Ambrosiana, a uno dal ristorante Cracco e, udite udite!, dirimpetto a Peck (l’institution Peck, si legge sul sito francese). Esci dal tempio della gastronomia e non puoi non vederlo, ce l’hai di fronte. E poi, appunto, è una boutique dai muri tinteggiati in verde chiaro con stucchi, oro e il medaglione con l’angelo pasticciere in primo piano, un fascinoso bancone e mobili in legno scuro, due vetrine golose dove sono sistemati dolci e alberelli colorati di macarons, candele e sorbetti – basta, mi fermo!
Stesso dècor deciso dalla maison e la classica scritta Ladurée Paris all’esterno, di fianco all’ingresso, che fa molto via della Spiga. Per adesso nessuna consumazione all’interno, entro breve qualche tavolino troverà posto sul soppalco.
Punto terzo/a. Vuoi mettere quanto è cool una boutique unica in Italia e che, oltre alle 6 di Parigi, ha solo 10 altre insegne dans le monde?
Punto terzo/b (la lettura è riservata alle sole rappresentanti del gentil sesso). Vuoi mettere andare in giro con l’elegante busta color verde chiaro (come i muri) che in poco tempo insidierà lo storico primato di quella modaiola di Harrods? O le scatoline griffate da 4, 8, 12 che diventeranno poi preziosi porta-gioie per le signore? I profumi, le torte, le candele, la polvere di cacao e persino il thé? Vuoi mettere il gusto, o forse la vanità di mangiare gli stessi dolcetti di cui Kirsten Dunnst andava così aristocraticamente ingorda nella famosissima scena del film “Marie Antoinette” di Sofia Coppola? (Che strano… la boutique era praticamente assaltata da donne di ogni età…)
Naturalmente, come spesso accade nella capitale della moda e del design (e non solo, per la verità), tutto quello che è cool deve avere sempre e immancabilmente prezzi hot: 8 euro l’etto, 1 euro e 60 al pezzo, più l’eventuale costo della confezione. Nel mio caso: 16 euro per la scatolina di Christian Louboutin e 8 macarons che Alessia ha dovuto scegliere tra quelli che erano rimasti alle 7 di sera del primo giorno.
Se questo non è già successo…
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