Ai più sarebbe sembrata una partita senza storia.
Non a me… ma solo perché non avevo mai degustato né l’uno né l’altro. Due "supertuscans" (anche nel prezzo!), degustati rigorosamente alla cieca. Sei i partecipanti convocati da Giacomo; abbinamenti gastronomici a cura di Andrea.
5 agosto, ore 21.00. Serata gradevole per via della pioggia caduta nei giorni precedenti. Campo di gioco (il tavolo, apparecchiato da Patrizia) in perfette condizioni.
Si comincia… Campione nr. 1: Il colore è rosso rubino carico con sfumature tendenti al granato, abbastanza limpido, consistente. L’impatto olfattivo è intenso e di grande complessità. Tutto cioccolato, pepe nero, liquirizia, prugna e ribes; la vibrante nota erbacea di peperone si impone già subito dopo la prima ossigenazione insieme con aromi di vaniglia. Fine. Il sorso è secco, caldo e morbido. Abbastanza sapido, di buona freschezza, tannino levigato e ben integrato. Lunga e carnosa persistenza aromatica di prugna e cioccolato; nota quasi rugginosa alla fine.
Di grande struttura, è un vino armonico e, nel complesso, abbastanza elegante. Campione nr. 2: Rosso rubino, fitto e limpido; notevole la consistenza. Al naso è suadente, abbastanza intenso. Ampio il bouquet dei profumi: frutta di sottobosco, peperone, mallo di noce, cioccolato e vaniglia. Si apre ulteriormente ruotandolo nel bicchiere e lascia spazio a gradevoli note balsamiche. Di eccezionale finezza. Al palato è secco, caldo e morbido. Abbastanza sapido, fresco, il tannino è vellutato. Persistenza finale di eccellente durata giocata su ricordi di macchia mediterranea, note erbacee di peperone, speziate di curry e fruttate di prugna e confettura di amarena. Burroso e cremoso.
Robusto, armonico ed elegante. Il campione nr. 1 ha un gusto più pieno e avvolgente, con un impatto più intenso all’olfatto; pecca in eleganza e pulizia nel bicchiere. Il campione nr. 2 è più lussuoso ed elegante sebbene - meno intenso sia al naso che in bocca – sparisca dopo un po’. Il terzo tempo, a fine gara. Gherigli di noci, pinoli. Filone tirolese ai cereali e pane toscano. Prosciutto San Daniele, prosciutto e salame toscani. Fiore sardo, asiago stagionato e pecorino toscano. A bottiglie scoperte la sorpresa pervade l’animo di alcuni dei presenti che avevano giurato di averci preso. Il campione nr. 1 è il millesimo 1998 di Ornellaia, l’altro il Sassicaia 1998.
Ai punti, vince lui: il Sassicaia di Tenuta San Guido. Di misura, però... Ripaga ampiamente con l'eleganza una più deludente prestazione in termini di intensità.
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