Non so bene spiegarvi il perché ma - forse per quell'inconsapevole abitudine che mi porta ad abbinare il nome dell'azienda a quello della persona che il vino lo fa materialmente - ero convinto che l'uomo dinanzi a me facesse Sandro di nome e De Bruno di cognome. Invece no, si trattava di Sandro Tasoniero - ma questa è una cosa che ho scoperto solo dopo un po' di tempo. Dopotutto non conoscevo assolutamente i vini di quest'azienda che sapevo, però, essersi fatta promotrice di un VinixLive! (al quale - per la cronaca - non avevo potuto partecipare).
Sandro Tasoniero |
Ciò nonostante, i primi due bianchi di cui vi parlo non sono ottenuti da uve garganega.
Il Durello 2008 |
l primo - il Monti Lessini Durello Superiore Durello 2008 - è ottenuto da uve durella in purezza ed è vinificato fermo (c'è anche una tipologia spumante di cui, però, non mi sono ancora fatto un'idea). Il naso intenso e piuttosto fine tradisce sin dal primo impatto una spiccata indole minerale. L'affinamento sur lies per un anno e la maturazione in botti di legno scariche (per il 15% della massa) donano ulteriore struttura. Il sorso è pieno e salino, teso e vibrante, molto giocato sulle durezze; discreto allungo finale.
Il Calvarina 2007 |
E poi il Monti Lessini Bianco Superiore Calvarina 2007 - blend di chardonnay e pinot grigio (con una leggera prevalenza del primo) - che niente ha a che spartire col quasi omonimo cru di Soave. Colore paglierino di bella intensità e buona luminosità, dall'incedere lento degli archetti lungo le pareti del calice si direbbe dotato di maggiore ricchezza di estratto e componente alcolica. Al naso si concede con eleganti note di fiori bianchi, mela e lavanda; forse ancora scomposto in bocca, dove appunto prevalgono il salato, l'idrocarburico e l'alcol. Nel complesso, più profonda e complessa la beva, sempre salina e idrocarburica, in costante tensione e in divenire. Il che lascia ben sperare... Affinamento sur lies in legno per circa un anno, in botti da 5 ettolitri (lo chardonnay) e da 20 ettolitri (il pinot grigio).
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