lunedì 13 settembre 2010

"Vini di territorio": la degustazione annuale di Les Caves de Pyrene ovvero #deglcdp

Ero assai curioso di vedere coi miei occhi il Boscareto Resort, ovvero la struttura scelta da Les Caves de Pyrene per ospitare la degustazione annuale de "I vini di territorio". E questo perché nei giorni precedenti s'era parlato ampiamente sul web - talvolta (forse) anche con toni inopportuni - della scelta della location, da molti definita un eco-mostro.

Vista dei vigneti dal Boscareto Resort (foto @Stralcidivite)
Un'idea - ora che si sono stato - me la sono fatta: non una struttura in perfetta sintonia con il territorio circostante e il magnifico paesaggio di vigne adagiate lungo i pendii tutt'intorno, quello che si dice "un pesce fuor d'acqua".

Certo, i motivi per cui il 6 settembre scorso mi ero messo in auto alla volta di Serralunga d'Alba erano altri: non perdermi l'interessantissima proposta di vini e rivedere vecchi e nuovi amici, conosciuti dentro e fuori la rete.

Potrei parlarvi di molti assaggi degni di nota fatti alla #deglcdp (com'era stata ribattezzata su twitter); scelgo, invece, di ricordare quelli che più mi hanno colpito tra i molti eccellenti.

Moscato d'Asti "Vigna Vecchia" 2004, Ca' d'Gal (foto @Stralcidivite)
Suona strano iniziare col parlare di un vino dolce ma, a conti fatti, il moscato d'Asti "Vigna Vecchia" 2004 di Cà d'Gal è stato forse l'assaggio più entusiasmante. Perchè? Semplice. Anzitutto perché si trattava di un moscato, vitigno che vuoi o non vuoi, anche inconsciamente, è spesso e volentieri snobbato. Poi perché, dopo aver capito che c'ha stoffa, ti accorgi che è un 2004, quindi non proprio l'altro ieri. Infine perché ha eleganza, equilibrio, profondità, spinta e allungo. Da manuale: zuccheri perfettamente bilanciati dalla freschezza; naso elegantissimo di frutta e note erbacee che ricorda l'albicocca e la pesca gialla, la salvia e l'ortica, con un accenno lievemente idrocarburico; sorso agile ma nient'affatto banale che chiude lungo e perfettamente coerente.

Che poi, già che ne sto parlando, gli altri due moscato d'asti dell'azienda - il "Lumine" 2009 e lo stesso "Vigna Vecchia" 2009 - promettono bene. Molto pulito, fresco, lineare, sempre in equilibrio tra componente zuccherina (110 g/l) e acidità, il primo; più complesso e pieno, il secondo, con sfumature di frutta che ricordano molto la pera.

"Raboso" IGT Marca Trevigiana, Lorenzo Gatti (foto @Stralcidivite)
Subito dopo dico "Raboso" 2009 IGT Marca Trevigiana di Lorenzo Gatti, presentato dalla figlia Carolina. Non sarà il vino più buono del mondo nè pretende forse di esserlo, è un vino semplice e succoso, che profuma soprattutto di fiori ed è assai fresco, con l'acidità che spara a 9.8. Il pezzo forte è proprio il sorso, snello e di grande soddisfazione, di quei rossi che ne berresti a vasche intere (quelle utilizzate in azienda sono tutte di cemento) grazie anche al tannino molto sfumato dalla straripante freschezza e al basso grado alcolico (11%). Ha un punto di equilibrio tutto suo.

Lui e non il pur buono Prosecco Sur Lie, o Colfòndo, tappato "a corona" (la pressione è pari ad appena un'atmosfera) per contenere i costi a beneficio del consumatore finale, assicurando comunque la qualità. Al naso viene fuori la frutta (più che in altri assaggi della tipologia) anche se non è intensissimo. In bocca si dispiega in tutta la sua forza che non è potenza ma piacevolezza e bevibilità, con belle sensazioni minerali e di ferro.

"Zeta" 2009, Mattia Barzaghi
E poi "Zeta" 2009, la vernaccia di San Gimignano "base" di Mattia Barzaghi. Quella, non la versione appesantita dal legno: naso elegante che si ripropone con buona continuità, profumi erbacei e di frutta gialla con quella nota di mentolato che si insinua sullo sfondo. Fresco, molto fresco, dà il meglio di sé al palato, dove ne apprezzi il suo essere lineare e scattante, molto coerente con le percezioni olfattive.

Poire Granit 3% 2008, Eric Bordolet (foto @Stralcidivite)
In chiusura, ancora lui, il Poire Granit 3% 2008 di Eric Bordolet. Sembrerebbe essere un vino e invece non lo è, nè potresti definirlo sidro, ché tale è solo quello di mele: questo è a base di pere e mi ha fulminato al primo assaggio, un paio di settimane fa. Al secondo, ha confermato le belle sensazioni dell'altra volta: eccezionale equilibrio raggiunto tra zuccheri e acidità, una beva leggera mai monotona e mai stancante. Lo versi nel bicchiere e un attimo dopo ti accorgi che è già finito.

8 commenti:

kiainga ha detto...

Aggiungo solo che approfondendo le informazioni su questo sidro-non-sidro di Bordelet (che nasce sommelier), si scopre che è un "Grand Cru" di una minuscola varietà di pere di un frutteto di circa 300 anni di alberi di oltre 20 metri. Ovviamente la coltivazione del frutteto è in regime biodinamico. Il piccolo sedimento che presenta la bottiglia è dovuto ad un filtraggio blando, scelta ad hoc per preservare l'intensità del frutto. Grande sorpresa anche per me questa bevuta "alternativa". Certamente degna di nota! Grazie Ale per averla divulgata!

Alessandro Marra ha detto...

Grazie delle informazioni che hai aggiunto!
Non rimane che berlo ancora...

Carolina l'enologa ha detto...

grazie mille per le belle parole che hai usato per i nostri vini. pure Lorenzo è rimasto contento! spero ci si possa rivedere presto! :)

vittorio rusinà ha detto...

un grande post: sono i vini che mi hanno affascinato di più...bravo Alessandro a riassumere i tuoi migliori assaggi!

M. Grazia ha detto...

Grazie Alessandro per questo post che mi ha fatto capire che cos'era la degustazione di Caves de Pyrene.
Felice che ti abbia colpito la Vernaccia di Mattia che tengo sempre in cantina. ... Mi sarebbe piaciuta questa degustazione. Il luogo un po' meno.
Alla prossima
M. Grazia

Alessandro Marra ha detto...

@mariagrazia: sì, in effetti non un granché la location! Al contrario, gran bel vino 'zeta', non posso dire gran bella vernaccia visto che credo sia stato il mio primo approccio al vitigno
@carolina: non credo mancherà occasione! Visto che sei approdata su queste paginette (e per questo ti ringrazio) potresti ricordare il prezzo dei tuoi vini ché non trovo più il foglio di lcdp? Prezzo per il consumatore, direi... (e di questo ti ringrazio ancora)
Prima il gentil sesso, poi tu, vittorio: a te un grazie per la splendida compagnia, è sempre bello confrontarsi, abbiamo sempre tutti qualcosa da imparare insieme!

Lcdp ha detto...

@ Alessandro , innanzitutto ti ringrazio per aver riassunto in questo post la nostra degustazione ed i prodotti che più ti sono piaciuti...
Per quanto riguarda il prezzo al pubblico dei vini di Carolina è intorno ai 10€.
Un saluto

Alessandro Marra ha detto...

Grazie a voi, anche per le info!