lunedì 30 novembre 2009

Sparkle 2010. Il Gala dei migliori Spumanti secchi

Bere italiano non è mai stato così piacevole”: è questo il motto di Sparkle 2010, il Gala dei migliori spumanti secchi italiani, l'evento collaterale organizzato da Cucina&Vini per la presentazione dell'VIII guida "Sparkle: Bere spumante 2010".
Per il secondo anno consecutivo, l'evento si terrà nel bellissimo Palazzo Mezzanotte di Milano, sede storica della Borsa, domani 1 dicembre.
Un centinaio le aziende (provenienti da tutta Italia) e oltre trecento le etichette in degustazione per il gala che quest'anno si arricchisce di tre interessanti seminari di approfondimento dedicati alle zone più rappresentative della produzione spumantistica nostrana, in collaborazione con i rispettivi Consorzi di Tutela: “Franciacorta Millesimato 2005: una vendemmia a 5 stelle”, “Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG: il Cruasé” e “Conegliano Valdobbiadene: al via la DOCG” (numero chiuso, è necessaria la prenotazione).
Ingresso per operatori e stampa dalle ore 14, per il pubblico a partire dalle ore 15.30 fino alle ore 22.30. Ticket d'ingresso di € 12 per i Soci AIS (€ 20 per accompagnatori e appassionati), comprensivo di una copia della guida
Info & contatti
Cucina & Vini Editrice
Valentina Venturato
tel. +39 06 227581 int. 218
Ufficio stampa & PR:
Studio Gloria Ceresa
tel. +39 0371 549223

domenica 29 novembre 2009

Re Panettone 2009

"C’era una volta un re. Tutti lo conoscevano, tutti lo amavano, ma pochissimi sapevano che era un re. Finché un giorno, la città che tanti anni prima lui aveva lasciato per conquistare il mondo si ricordò chi lui fosse veramente. Da allora, i suoi concittadini organizzarono ogni anno una festa per celebrare la sua grandezza, che da quel momento nessuno mise mai più in dubbio".
Si chiude oggi 29 novembre (dalle 11 alle 20), nelle prestigiose sale del Museo Diocesano di Milano, la seconda edizione di Re Panettone.
La giornata prevede, come di consueto, assaggi gratuiti e possibilità di acquisto al prezzo speciale di 18 euro/Kg di eccellenti panettoni di ben 28 artigiani, venuti non solo da Milano e dalla Lombardia, ma da tutt’Italia. Questo l'elenco: Biasetto - Padova, Boutique del Dolce (A. Zoia) - Concorezzo (MB), Busato - Isola della Scala (VR), Caprice (F. Camplone) - Pescara, Comi - Missaglia (LC), Corsini - Castel del Piano (GR), Cristalli di Zucchero (M. Rinella) - Roma, Cucchi - Milano, Da Venicio (C. Pozza) - Arzignano (VI), De Riso - Tramonti (SA), Di Masso - Scanno (AQ), Fiasconaro - Castelbuono (PA), Galla - San Sebastiano di Po (TO), Lenti - Grottaglie (TA), Loison - Costabissara (VI), Lombardi - S. Paterniano (AN), Marigliano - San Gennariello di Ottaviano (NA), Martesana (V. Santoro) - Milano, Morandin - Saint Vincent (AO), Natale - San Cesario (LE), Nuovo Mondo (P. Sacchetti) - Prato, Pepe - San Michele Monte Albino (SA), Pina - Trescore Balneario (BG), I quattro mastri - Milano, Sartori - Erba (CO), Tiffany (F. Elmi) - Castel San Pietro (BO), Ungaro - Milano, Veneto (I. Massari) - Brescia.
Sulla storia del panettone, dolce tipico della tradizione natalizia, esistono diverse leggende. Le due più verosimili sono state individuate dalla Camera di Commercio di Milano.
La prima racconta di un falconiere di Milano, Messer Ughetto degli Atellani, che - innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio - si fece assumere da lui come garzone e inventò un dolce, fatto con la migliore farina del mulino, uova, burro, zucchero e uva sultanina: un successo strabiliante!
La seconda parla, invece, delle sventure di un cuoco al servizio di Ludovico il Moro che, incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale, dimenticò il dolce nel forno. Lo salvarono l'audacia e la creatività di un piccolo sguattero, Toni, che con quanto rimasto in dispensa (un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e dell'uvetta) cucinò un dolce da portare in tavola. Gli ospiti furono tutti entusiasti e al duca che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò: "L’è ’l pan de Toni".
Secondo un'antica consuetudine cristiana radicata nel territorio di Milano nel IX secolo, narrata da Pietro Verri, a Natale la famiglia intera si riuniva accanto al focolare attendendo che il pater familiae spezzasse "un pane grande" e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione.
Nel XV secolo, ai fornai che impastavano il pane dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) era vietato produrre il pane dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca), salvo che nel giorno del Natale, quando aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti: il pan de’ sciori o pan de ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, zucchero e zibibbo.
Alla fine del ’700, la repubblica cisalpina s’impegnò a sostenere l’attività degli artigiani e dei commercianti milanesi favorendo l’apertura di forni e pasticcerie.
Nel corso dell’800, durante l’occupazione austriaca, il governatore di Milano Fiquelmont era solito offrirlo in dono al principe Metternich.

giovedì 26 novembre 2009

Verticale di Amarone della Valpolicella "Campo dei Tìtari", azienda agricola Brunelli

Un’altra serata emozionante, quella dello scorso 9 novembre all’ YN Vineria della Rinascente a Milano, che ha visto come protagonista l’Amarone della Valpolicella. Qualche faccia conosciuta, qualche volto nuovo per me, in tutto una quindicina di persone e posti disponibili esauriti in pochi giorni. In cabina di regia, Camillo Dehò, che ha aperto la serata con due parole sull’azienda e sui vini in degustazione.
1936: è l’anno di fondazione. L’azienda, oggi condotta dall’enologo Luigi Brunelli e dalla moglie Luciana, è situata a San Pietro in Cariano (paese che deve il suo nome alla famiglia romana Cariae), nel cuore della Valpolicella Classica. I vigneti di proprietà si estendono oggi per circa 10 ettari e la produzione complessiva si attesta intorno alle 100mila bottiglie l’anno.
6: le annate in degustazione della riserva “Campo dei Tìtari”, non più di 4000 bottiglie prodotte soltanto in annate particolari e ottenute con una cuvée diversa da quella tradizionale, che prevede un 10% di sangiovese in aggiunta a corvina e rondinella (rispettivamente al 60 e 30 per cento). I grappoli, raccolti a mano, vengono fatti appassire in fruttai a temperatura e umidità controllate fino a perdere il 40% circa del peso iniziale. Dopo la pigiatura, la fermentazione avviene a basse temperature per circa 40 giorni; seguono la maturazione in barriques nuove per 36 mesi e, dopo l’imbottigliamento, l’affinamento per altri 8 mesi prima della messa in commercio.
Dicevo, sei annate. Ve le ripropongo così, come le ho viste io, in tre mini batterie che sarebbe stato difficile pronosticare all’inizio: 2004/2003, 2001/1996 e 2000/1997.
2004: la trama del colore rosso rubino mostra un bel gioco di trasparenze. La “zaffata” iniziale è forte, i profumi sono complessi e molto eleganti: cioccolato, a seguire frutta rossa (ciliegia), noce moscata, in chiusura fiori rossi ed erbe officinali. Il sorso è secco; l’ingresso al palato è piuttosto morbido, merito anche dell’importante nota alcolica che poi è il tratto comune di tutti i vini in degustazione. Il tannino lavora “in sordina” ed è diluito dalla discreta sapidità e, soprattutto, dalla freschezza. Il gusto è intenso, chiude con un lungo ed elegante finale di frutta, fiori e, soprattutto, cioccolato.
2003: la tonalità del colore è pressoché la stessa del precedente millesimo. L’impatto olfattivo sembra essere un po’ più intenso ma è forse meno durevole. La maggiore pungenza dell’alcool, figlia di un’annata torrida, non lo penalizza in termini di eleganza. Un’eleganza che è però diversa, più spostata verso il tostato, la confettura di amarena e le spezie forti, il rabarbaro e il caffè, la viola appassita. Come era lecito attendersi, in bocca è più caldo e anche più tannico. La freschezza è sensibilmente inferiore e anche per questo l’ingresso al palato sembra essere più morbido. Il finale è pieno anche se, forse, non ha la stessa eleganza del fratellino minore.
2001: il colore vira verso sfumature più mature di rosso rubino, sempre caratterizzate da una buona luminosità. Quanto a intensità dei profumi, non c’è storia con i due precedenti millesimi, ai quali si lascia preferire anche per maggiori complessità ed eleganza. Ha una marcia in più; è quella nota balsamica sullo sfondo che fa la differenza e arricchisce ulteriormente un bouquet prezioso, in cui si intrecciamo ricordi di amarena e fiori rossi, di cioccolato e spezie, che ritornano puntualmente al palato. In bocca mostra una straordinaria coerenza espressiva. Il gusto secco ha morbidezza e potenza, è forse quello che più ricorda la fierezza del cavallo padronale da cui prende il nome. Persistenza lunga di frutta e fiori, afflati balsamici e una lieve nota tostata.
1996: gli anni dichiarati in etichetta non li dimostra, almeno stando al colore che è un intenso rosso rubino. Se si presta attenzione ai residui nel bicchiere, invece, ci si accorge che qualche annetto sulle spalle ce l’ha eccome. Il bigliettino da visita all’olfatto è forse il più intrigante e si esprime inizialmente su note di china e su numerose sfumature di cioccolato. Il naso è intenso e di buona complessità, ma come poi il 2000 forse il meno elegante: lampone, ribes rosso e poi, soprattutto, spezie. Deciso l’impatto, secco e morbido; il tannino è rotondo, la persistenza aromatica è intensa e incentrata sul susseguirsi dei sentori balsamici e vegetali, di cioccolato e di frutta rossa.
2000: anche in quest’annata, la scarsa luminosità del colore (rosso rubino con riflessi granati) sembrerebbe preannunciare uno stato di forma non proprio smagliante. Ipotesi che parrebbe essere confermata anche dalla minore eleganza di un bouquet sempre e comunque di grande impatto ma penalizzato forse dall’eterna alcolicità e da una lieve ossidazione. In bocca, invece, sorprende per naturalezza, ribalta il pronostico e si esprime a ottimi livelli; ricompaiono puntualmente le sensazioni di confettura di frutta rossa molto matura, di cioccolato e di vegetale, sullo sfondo la lieve ossidazione dell’olfatto. Il sorso denota una buona morbidezza e giova dell’apporto rinfrescante di acidità e sapidità.
1997: il colore è rosso granato ma è un po’ spento; qualche residuo nel bicchiere, nella norma considerando l’età anagrafica. Non particolarmente intensi i profumi ma discretamente eleganti. Frutta rossa matura, terriccio, sottobosco, mallo di noce; le note balsamiche e vegetali completano il bouquet. Al palato è secco, mostra il nerbo e la potenza del tannino, ben diluito dalla buona freschezza del sorso. La persistenza è apprezzabile, sulle stesse frequenze dell’analisi olfattiva, con espliciti richiami ai toni cioccolatosi e balsamici.
Molto suggestivo e curato l’abbinamento proposto da Camillo ed eseguito dallo chef Luca Seveso del Maio Restaurant (vai al sito), uno stufato di asino alla corvina veronese e polenta che io ho sinceramente preferito con i vini della batteria centrale.
Certo non eravamo davanti al solito Amarone iperconcentrato e pompato (anche se il prezzo è quello che è, almeno 50 euro a bottiglia). Rimangono, però, le mie perplessità in generale sulla piacevolezza e sulle difficoltà di abbinamento a tavola del vino di punta della “valle delle molte cantine” (questo il significato del termine di origini latine “Valpolicella”). Sarà che le delusioni passate mi hanno fatto riflettere sulla crisi d’identità di un vino che è in molti casi sempre più “costruito” per assecondare le mode d’oltreoceano. Sarà che nel corso della recente visita in terra di Valpolicella ho potuto vedere con i miei occhi che “ormai hanno piantato amarone ovunque” (e scusate l’inesattezza della frase, ma è per capirci…). Fatto è che l’Amarone (in odore di riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita) è oggi, a mio avviso, un vino sopravvalutato, più “caro che raro”, benché sia proprio quello l’Amarone che si propongono di difendere le dieci “Famiglie dell’Amarone d’Arte”. Detto che, comunque, non è sicuramente positiva l’attuale “spirale suicida di prezzi al ribasso” di cui ha parlato anche Franco Ziliani sul suo blog “Vino al Vino” (leggi).
Scusate: ma è forse troppo chiederne uno “buono, raro e, magari, nemmeno tanto caro”?!

domenica 22 novembre 2009

Il Barolo 2005 e i suoi fratelli

Il Barolo sarà il protagonista del banco d'assaggio organizzato dalla delegazione ONAV di Milano che si terrà lunedi 23 novembre, dalle 16 alle 21, all'Osteria Grand Hotel di Milano (via Ascanio Sforza, 75).
Verranno presentati i millesimi 2005 delle aziende: Einaudi, Bruna, Grimaldi, Ca' Brusà, Elio Grasso, Sandrone, Gigi Rosso, Giovanni Rocca, Fenocchio, Porro, Schiavenza, Prunotto, Luigi Pira, Parusso, Massolino, Martinetti, Ghisolfi, Gabutti, Boasso, Cascina Bongiovanni, Conterno Fantino, Domenico Clerico, Chiarlo, Cascina Ballarin, Cadia e Rocche di Berti. Ingresso: € 10 - soci ONAV € 15 - non soci Informazioni e prenotazioni:
Osteria Grand Hotel
tel. 02. 89511586 (dopo le 19)

giovedì 19 novembre 2009

MantuaWine: i vini IGT e DOC del mantovano

Si chiude oggi 19 novembre a Milano, nella bella cornice di Palazzo Giureconsulti (via Mercanti), "MantuaWine" 2009.
Dopo le tappe di Pizzighettone (CR), di Mantova e di Borgo S. Giacomo (BS), la Rassegna - giunta alla X edizione e organizzata dalla Provincia di Mantova e dai Consorzi del territorio - celebra il gran finale nella città meneghina, presentando al pubblico (dalle ore 18.00) il meglio della produzione vinicola mantovana.
Scarica qui il depliant ufficiale della manifestazione.

lunedì 16 novembre 2009

Il Morellino di Scansano a Milano

Domani 17 novembre, dalle ore 14 alle 19, il Consorzio Morellino di Scansano organizza a Milano (Palazzo Giureconsulti) una degustazione dei vini delle aziende socie.
Quale migliore occasione per scoprire il morellino, vino a denominazione di origine controllata e garantita dalla vendemmia 2007.
Qui l'elenco delle aziende.
Ingresso gratuito. Non occorre prenotazione. Informazioni:
Consorzio Tutela Morellino di Scansano via Marconi, 23 58054 Scansano (GR) tel/fax 0564/507710 e-mail gpondini@consorziomorellino.it

domenica 15 novembre 2009

X giornata dei vini di Lombardia e Viniplus 2010

Sarà presentata ufficialmente domani 16 novembre (Palazzo Mezzanotte, piazza Affari 6, Milano), nel corso della X giornata dei vini di Lombardia, l'edizione 2010 della Guida Viniplus, frutto dell’importante progetto che AIS Lombardia porta avanti da quasi dieci anni per promuovere e premiare l’enologia di qualità all’insegna dell’etica produttiva e del “sano, buono ed equo”.
Dalle 15 alle 19, banco d'assaggio con i produttori e i vini di Lombardia, aperto a tutti i Soci Ais.
Questi i numeri della nuova edizione della Guida Viniplus: 432 pagine (ben 80 pagine in più rispetto alla precedente), più di 200 le aziende lombarde recensite, 670 i vini segnalati, un centinaio i sommeliers qualificati A.I.S. che hanno sostenuto le selezioni per entrare a far parte dei panel di degustazione, 78 i giudici che nel corso di quattro diverse giornate hanno degustato nelle medesime condizioni, suddivisi per tipologia e in rigorosa forma anonima i campioni pervenuti, ben 705 i vini assaggiati tra spumanti, bianchi, rosati, rossi e vini da dessert, circa 5.000 le schede di valutazione per un totale di 54mila giudizi espressi.
Per informazioni:
tel. 02.67404638
Qui l'elenco dei vini in degustazione.

venerdì 13 novembre 2009

Gli appuntamenti... con Alvaro Pecorari

E' tempo di "appuntamenti" alle Tre Arcate (vai al sito).
Il patron Alessandro Russo ha messo a punto un fitto calendario di eventi. Il primo? Stasera 13 novembre, ore 20.30: Alvaro Pecorari e i suoi vini incontrano la cucina sorrentina.
In degustazione, i suoi vini: "Picol" 2007 Igt Friuli Venezia Giulia (100% Sauvignon Blanc), "Lis" 2006 Igt Friuli Venezia Giulia (Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio), "Picol" 2001 Igt Friuli Venezia Giulia (100% Sauvignon Blanc); "Tal Luc" 2006 Bianco Dolce Vdt (Verduzzo 95% e Riesling 5%).
Gli abbinamenti, a cura dello chef Salvatore Accietto: totanetto di paranza ripieno di ricotta alle castagne del Faito su medaglione di semola fritta ai broccoli, candele spezzate alla genovese di ricciola, variazioni di baccalà e biscotti caldi al Burro.
Informazioni e prenotazioni al 331/6648060

giovedì 12 novembre 2009

"Bruma d'Autunno" 2005, Colli Tortonesi D.O.C. Superiore Barbera, Cascina I Carpini

Il nome riprende la “bruma”, la leggera foschia che avvolge in autunno le vigne, metafora dello stato d’animo del contadino dopo un anno di duro lavoro che il poeta Vincenzo Cardarelli ha rievocato nei versi della sua “Autunno” (raccolta “Poesie”, 1936-1942) che compaiono sulle brochures della giovane azienda (vai al sito): “Niente più mi somiglia, nulla più mi consola, di quest’aria che odora di mosto e di vino, di questo vecchio sole ottobrino che splende sulle vigne saccheggiate”. Lui, il “Bruma d’Autunno”, è il cru aziendale, ottenuto da uve barbera in purezza del vigneto “Riccardo”, vecchio più di 70 anni e parzialmente rinvigorito nel 2000. La produzione è limitatissima, solamente 3243 bottiglie. Colore? Rosso rubino. Un classico, perfettamente in stile barbera, però direi più luminoso e trasparente. La consistenza? Le piste tortuose di lacrime e archetti lungo le pareti del bicchiere danno un’idea della struttura che di lì a poco si toccherà con mano (si fa per dire…). Più complessi che intensi i profumi. Un bel frutto croccante, una vivace nota floreale e, sullo sfondo, afflati di tabacco, di terriccio e di vegetale. 14 mesi in botti grandi di rovere francese e 12 mesi di affinamento in bottiglia prima della messa in commercio. Risultato? Il legno esalta e non prevarica. Il sorso è secco, la componente alcolica (13.5%) si fa sentire il giusto e contribuisce all’atterraggio morbido al palato. La freschezza non sarà quella delle barbera dell’astigiano e dell’albese, per intenderci, ma c’è e lavora bene a braccetto con la sapidità; mai spigoloso il tannino che, anzi, fa la sua figura. Generosa e coerente la beva, gli aromi ciliegiosi e di frutti rossi tornano e ritornano in bocca con un bel ritmo. Un ottimo corpo. La grande bevibilità, l’eleganza e l’armonico intrecciarsi delle componenti sono le sue frecce migliori. Non è un azzardo scommettere ancora oggi, a più di quattro anni dalla vendemmia, su un’ulteriore evoluzione nel medio termine. Per l’abbinamento? Io ho optato per un “gemellaggio” con le candele di grano duro al ragù del mio papà. Un successone!

mercoledì 11 novembre 2009

I vini della Tenuta Adolfo Spada a L’Arcante Enoteca

Venerdì 13 Novembre, nell’ambito del ciclo di appuntamenti “Amici di Bevute. Viaggio al centro dell’autoctono”, l'enoteca "L’Arcante" di Angelo Di Costanzo (Miglior Sommelier Professionista campano del 2008) propone una serata con i vini della Tenuta Adolfo Spada, una delle più interessanti realtà della provincia di Caserta, areale di antichissima tradizione vitivinicola. Due i momenti della serata alla quale parteciperà il produttore, Ernesto Spada: - dalle ore 18.00, degustazione gratuita del bianco "Flòres" 2007 (Due Bicchieri Gambero Rosso 2010), da uve falanghina; e il "Gallicius" 2006, aglianico al 100%. Conduce le degustazioni il patron Angelo Di Costanzo. - alle ore 20.30, presso Ristorante "Il Rudere", adiacente all’Enoteca, cena-degustazione su prenotazione (costo € 38) con i vini dell'azienda. Tra gli altri: il pluripremiato "Gladius" e l'affascinante "Sabus", abbinati a un menù elaborato per l'occasione dallo chef Antonio Lubrano e raccontati da Ernesto Spada.
Ecco il menù:
Stuzzichino del pescatore: cotto e crudo di verdure, carpaccio di seppie, alici; Timballetto di spinaci e sgombro e Carciofo d’autunno con patate e gamberi
"Flòres" Falanghina Roccamonfina Igt 2007
Pappardelle con ricciola e funghi porcini
"Sabus" Roccamonfina Igt 2007
Filetto di tonno con pomodorini, uvetta, pinoli e noci secche
"Gladius" Roccamonfina Igt 2006
Per informazioni e prenotazioni:
L'Arcante Enoteca
via Pergolesi, 86
Pozzuoli (NA)
tel. 081 3031039

martedì 10 novembre 2009

I vini della Cascina i Carpini e la Cucina Padovana di Nicola Cavallaro

Una bella serata al Ristorante Al San Cristoforo con i vini di Cascina I Carpini e la cucina padovana dello chef Nicola Cavallaro.
Venerdì 13 novembre, ore 20. Ecco il menù: Mousse di caprino con prosciutto crudo di Montagnana (PD) "Rugiada del mattino" 2008 Soppressa del salumificio Bazza (PD) e schizzotto "Sette Zolle" 2007 Tortelli di gallina e cren in brodo "Falò d'ottobre" 2006 Porchetta di coniglio in salsa alla cacciatora con polenta morbido di storo "Bruma d'autunno" 2005 Spuma di cacao con salsa al cioccolato Costo €45 vini inclusi Info e prenotazioni tel. 02/89126060 info@nicolacavallaro.it

lunedì 9 novembre 2009

Fauno Bianco 2008, Vesuvio D.O.C., Terre di Sylva Mala

Coda di volpe: uno dei vitigni autoctoni di pregio della Campania, allevato dai Campi flegrei all'Irpinia e fino al Beneventano.
Nota anche come caprettone nella zona vesuviana, quest'uva sta dando ottimi risultati per la vinificazione in purezza.
Un esempio? Questo vino di cui ho già parlato qui sul sito di Luciano Pignataro.
Salute!

sabato 7 novembre 2009

Golosaria 2009

Inizia oggi a Milano (Hotel&Convention Center Melià, via Masaccio 19 - MM1 LOTTO) Golosaria, la rassegna di cultura e gusto del Club di Papillon.
Ricco il cartellone (leggi il programma), che prevede domani 8 novembre, alle 14.00, la premiazione de "I Top Hundred 2009" (qui l'elenco del vini premiati).
Questi i vini campani che riceveranno il riconoscimento:
- "Rà!" 2004 - Alessandro De Conciliis;
- Greco di Tufo "Vigna Cicogna" 2008 - Benito Ferrara;
- Greco di Tufo 2007 - Calafè di Petrillo;
- "Grecomusc'" 2007 - Contrade di Taurasi;
- Greco di Tufo “Ros'è Munti” 2007 - Di Prisco;
- Fiano d'Avellino 2008 - Rocca del Principe.

venerdì 6 novembre 2009

L'Asiago: storia di una DOP di alpeggio

Una bella degustazione dedicata all'Asiago d'Allevo DOP e agli altri prodotti dell'altopiano. Martedì 10 novembre, ore 20.30, presso la sede della delegazione ONAV di Milano (via Termopili 12, zona Loreto/MM 1 - Pasteur).
Alla scoperta dell'Asiago DOP (leggi qui), fresco e d'allevo (cioè stagionato); ma anche di altri prodotti dell'altopiano vicentino in compagnia del Casaro di Malga Verde. In abbinamento vini della cantina Val Leogra.
Ingresso € 18 (soci ONAF e Slow Food - € 13).
* Prenotazione obbligatoria entro sabato 7 novembre, inviando una mail a milano@onaf.it oppure telefonando al 333/6614920.

giovedì 5 novembre 2009

Last Minute Sannio

Ricevo e pubblico con piacere.

LAST CALL/ ULTIMA CHIAMATA
Week-end con Novello 7-8 novembre Degustazione dei vini novello del Taburno, visita alle cantine. Un percorso divino a € 95 tutto incluso. Sabato 7/11
Incontro dei partecipanti nel primo pomeriggio presso l'azienda "Fattoria La Rivolta" di Torrecuso e sistemazione nelle camere dell’annesso B&B "Le Vigne". Visita della cantina e dei vigneti con degustazione - aperitivo di benvenuto, presentazione del territorio, dei vini e del programma. In serata cena-degustazione al wine-bar "Tintori" di Foglianise con degustazione di 3 vini novelli del Taburno con abbinamento gastronomico. Rientro per il pernottamento.
Domenica 8/11
Dopo la prima colazione, alle ore 11.00 visita all'Azienda Agricola "Fontanavecchia", tra le più rappresentative del territorio, in un susseguirsi di vigneti che raccontano la storia dell’Aglianico del Taburno. La visita è guidata dai proprietari attraverso vigneti e bottaie e prevede la degustazione di rinomati vini. A seguire pranzo degustazione al ristorante “La Padellaccia” di Torrecuso con prodotti tipici e vini del territorio in abbinamento.
La quota comprende: 1 pernottamento con prima colazione, cena-degustazione vini novello con piatti abbinati, visita di due cantine guidata dai proprietari e con degustazione. Pranzo-degustazione in ristorante, vini inclusi. Assistenza.
Percorsi di vino - di Moonlight Travel s.a.s.
C.so Umberto I, 108
82032 Cerreto Sannita (Benevento)
tel. 0824816670
fax 0824860088
cell. 393.9082800

martedì 3 novembre 2009

Aglianico e Aglianico: tutti i colori del rosso più importante del Mezzogiorno

Il vitigno vitigno autoctono a bacca nera tra i più antichi e nobili del Sud: l’Aglianico. E i cinque areali di vocazione: l'Irpinia, il Taburno, il Vulture, la Puglia e il Cilento.
La "Fabbrica dei Sapori" & Luciano Pignataro WineBlog presentano la più grande rassegna dedicata al vitigno autoctono ellenico che vedrà per la prima volta riunite oltre 70 cantine produttrici di Aglianico.
Due giorni di banchi d’assaggio, degustazioni guidate e incontri con enologi che racconteranno la propria esperienza con l’indomabile Aglianico, vitigno forte, spigoloso, longevo e dalle più varie e alte possibilità espressive in ogni singolo territorio.
Questo il programma:
MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE
dalle ore 20.30 in poi: banco di assaggio.
In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di Sky:“Lo stile dell’Aglianico”con gli enologi Antonio Di Gruttola, Raffaele Inglese, Enzo Mercurio, Fabrizio Piccin, Pietro Razzino, Fortunato Sebastiano, Michele Romano (presidente Strada del Vino del Vesuvio), Elena Martusciello (presidente Donne Del Vino), Daniela Mastroberardino (presidente Movimento Turismo del Vino) e Paolo De Cristofaro (responsabile Gambero Rosso).
Degustazioni guidate a cura degli chef, con abbinamenti piatti-vini: Angela Ciriello (Ristorante E Curti di Sorbo Serpico), Antonella Iandolo (Ristorante La Maschera di Avellino), Aniello Razzano (Ristorante La Locanda delle Donne Monache di Maratea), Giovanna Voria (Agriturismo Corbella di Cicerale).
Ingresso solo su prenotazione (tel. 0828.630021 - comunica@lafabbricadeisapori.it)
alle ore 20:30: Speciale Enolaboratorio divinoinvigna e Ais Napoli sui Grandi Vini da Piccole Vigne“Le piccole vigne del Vulture”:
Michele La Luce - "Zimberno" 2005
Eleano - "Eleano" 2004
Camerlengo - "Camerlengo" 2005
Lelusi - "Shesh" 2006
Musto Carmelitano - "Serra del Prete" 2007
Carbone - "400some" 2006
Conducono: Mauro Erro e Tommaso Luongo (Delegato AIS Napoli)
Ingresso solo su prenotazione (tel. 081.3722670 - 329.6467600 - divinoinvigna@libero.it), costo € 15.
GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE
dalle ore 20:30 in poi: banco di assaggio
In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di Sky:“Lo stile dell’Aglianico”con gli enologi, Fabio Mecca, Sergio Romano, Sergio Pappalardo, Antonio Pesce, Angelo Valentino, Pierpaolo Sirch (amministratore delegato dei Feudi di San Gregorio), Francesca Adelaide Di Criscio (presidente Strada del Vino dei Campi Flegrei), Domizio Pigna (presidente Consorzio Samnium) e Chicco De Pasquale (Vitigno Italia).
Degustazioni guidate a cura degli chef, con abbinamenti piatti-vini: Paolo Barrale (Ristorante Marennà di Sorbo Serpico), Angelo D’Amico (Ristorante Barry del Cristina Park Hotel di Montesarchio), Rinaldo Merola (Ristorante Angiolina di Pisciotta), Francesco Rizzuti (Antica Osteria Marconi di Potenza).
Ingresso solo su prenotazione (tel. 0828.630021 - comunica@lafabbricadeisapori.it)
alle ore 20:30: degustazione verticale guidata delle annate 2006, 2004, 2003 e 2001 di Aglianico Bocca di Lupo di Antinori Tormaresca.
Conducono: Angelo Di Costanzo (primo sommelier Campania 2008) e Pasquale Porcelli (giornalista).
Ingresso solo su prenotazione (tel. 0828.630021, comunica@lafabbricadeisapori.it), costo € 10
alle ore 22:00: degustazione verticale guidata delle annate 2005, 2001, 1999 e 1993 di Taurasi dei Feudi di San Gregorio.
Conducono: Franco De Luca (Sommelier Ais Napoli) e Manuela Piancastelli (scrittrice e giornalista).
Ingresso solo su prenotazione (tel. 0828.630021, mailto:comunica@lafabbricadeisapori.it, costo € 10.
Shuttle bus in partenza da Napoli (11 e 12 novembre, ore 18), dall'Hotel Ramada a Fabbrica dei Sapori (Battipaglia) e viceversa: un modo economico e simpatico per stare insieme e degustare tutto l'aglianico che volete senza la preoccupazione di dover guidare. Costo A/R € 7
(info e prenotazioni 3398789602 oppure officinegourmet@gmail.com)
Ufficio stampa
Novella Talamo (347.4689312 - comunica@lafabbricadeisapori.it)
Giulia Cannada Bartoli (339.8789602 - officinegourmet@gmail.com)

lunedì 2 novembre 2009

Il Gavi di La Giustiniana

Il Gavi: bianco piemontese a denominazione di origine controllata e garantita, ottenuta a partire da uve cortese. No malolattica, no legno, acidità sopra le righe ed eleganza da vendere.
Non potevo non raccontarvi la splendida verticale tenutasi a Roma nello scorso mese di ottobre. Prova ulteriore che "i grandi bianchi migliorano invecchiando".
Ne ho parlato qui, sul sito di Luciano Pignataro che ringrazio per l'ospitalità.
Vi segnalo anche l'interessantissimo articolo di Kyle Phillips (in inglese).
Salute!